Santa Chiara d’Assisi
Giornata festiva – 12 agosto
All’inizio del XIII secolo, quando il lusso e la sensualità regnavano, San Francesco d’Assisi fece la sua comparsa, dando agli uomini l’esempio di una vita povera e penitenziale. Ma Dio volle anche dare alle donne vanitose e amanti del piacere di quel periodo un esempio di disprezzo delle vanità del mondo. Per questa missione scelse Santa Chiara, figlia di una importante e nobile famiglia di Assisi, nata il 20 gennaio 1194.
Il padre di Santa Chiara era Favarone de Offreduccio, conte di Sassorosso; la madre, la serva di Dio Ortolana, morta in odore di santità.
Prima della nascita della bambina fu rivelato alla madre che la sua prole sarebbe stata una luce brillante nel mondo. Questa luce la madre la individuò in sua figlia fin dai suoi primi anni. Oltre ad essere favorita dalla bellezza personale, Santa Chiara possedeva una personalità affascinante e rare qualità mentali. Era la favorita della famiglia, e appena raggiunta la giovane età, diversi pretendenti la cercavano per sposarla; ma le sue virtù superavano i doni di cui la natura l’aveva dotata. Si interessava ai poveri e spesso si negava delle cose per poter dare di più ai poveri di Cristo.
Santa Chiara amava la preghiera, ed era la sua più dolce delizia abbandonare il suo cuore a sentimenti di ardente devozione davanti a Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento. Sotto le sue belle vesti indossava una cintura penitenziale affilata per onorare le sofferenze di Cristo e conservarsi casta vergine per amor Suo.
Clare aveva 18 anni quando sentì San Francesco predicare nella cattedrale di Assisi durante la Quaresima del 1212. Le sue parole sul disprezzo del mondo e sulla penitenza, e in particolare il santo esempio che egli dava, colpirono così ardentemente Chiara, che ella conferì con lui e presto riconobbe che Dio la chiamava a condurre una vita simile alla sua nella clausura di un convento.
Santa Chiara non esitò a realizzare i piani di Dio. Rendendosi conto che la sua famiglia, intenta solo ad un brillante futuro per lei nel mondo, si sarebbe opposta in ogni modo alla sua vocazione, dovette lasciare la casa in segreto.
La domenica delle Palme Chiara andò in chiesa, vestita con i suoi abiti più ricchi, per assistere ai servizi divini. Quella sera, assistita da un anziano parente, si recò nella piccola cappella di Santa Maria degli Angeli, dove San Francesco e i suoi fratelli le vennero incontro con le candele accese in mano. Davanti all’altare si tolse il suo bel copricapo, poi San Francesco le tagliò i capelli e le coprì il capo con un velo di lino comune. Al posto delle ricche vesti, ricevette un abito penitenziale grossolano e fu cinta con un cordone bianco. Questo fu il modo in cui la madre e fondatrice delle Clarisse fu investita il 18 marzo 1212.
Per il momento, San Francesco mise Santa Chiara in un convento di suore benedettine. Quando Chiara ebbe superato con successo la grande opposizione della sua famiglia, che aveva intenzione di costringerla a tornare a casa, sua sorella Agnese si unì a lei nel sacrificio. San Francesco organizzò per loro un piccolo convento vicino alla chiesa di San Damiano. Lì il numero delle vergini consacrate aumentò presto.
Servirono Dio in grande povertà, rigorosa penitenza e completo isolamento dal mondo secondo una regola che San Francesco diede loro come suo Secondo Ordine. Chiara fu obbligata per obbedienza ad accettare l’ufficio di badessa nel 1215 e a continuarlo per 38 anni fino alla sua morte. Ma il suo amore per l’umiltà trovò compensazione nell’esecuzione dei servizi più umili verso le sue sorelle. Nonostante le sue grandi sofferenze fisiche, diede alle sue sorelle un esempio impressionante di zelo nella penitenza e nella preghiera.
Nel 1240 un esercito di saraceni al servizio dell’imperatore Federico II si avvicinò ad Assisi. Si precipitarono sul piccolo convento di San Damiano che si trovava fuori città e avevano già scalato le mura del monastero. Nel timore mortale le suore ricorsero alla loro madre, che era malata a letto.
La santa, portando la pisside contenente il Santissimo Sacramento, si fece portare alla finestra del convento. Lì supplicò con fervore il Signore del cielo con le parole del Salmista (Sal 73,19): “Non consegnare alle bestie le anime che ti confessano, e proteggi i tuoi servi che hai redento con il tuo prezioso sangue”.
Una voce misteriosa proveniente dall’Ostia disse: “Io veglierò sempre su di voi”.
Immediatamente il panico colse gli assedianti. Un raggio di luce brillante che emanava dal Santissimo Sacramento li aveva abbagliati. Caddero dalle mura e fuggirono dal luogo. Il convento fu salvato e la città di Assisi fu risparmiata.
Dopo aver sofferto di una grave malattia per 30 anni, Chiara sentì che la sua fine si stava avvicinando. Dopo aver ricevuto gli ultimi sacramenti, lei e una delle sue sorelle videro la Regina delle Vergini venire con una grande scorta ad incontrarla, lo sposo di Gesù Cristo.
L’11 agosto 1253, Santa Chiara entrò nelle gioie dell’eternità e il giorno seguente il suo corpo fu sepolto. Papa Alessandro IV la canonizzò già nel 1255.
Sette anni dopo la morte di Santa Chiara, il suo corpo incorrotto fu inumato nella chiesa di Santa Chiara ad Assisi. Nel XIX secolo, quando fu costruita una nuova cripta per i resti della Santa, si scoprì che Chiara non era più completamente incorrotta, anche se il suo scheletro era in perfetto stato. Oggi le reliquie di Santa Chiara giacciono in uno stato di riposo, completamente ricoperte da un ritratto in cera di lei vestita con l’abito del suo Ordine.
da: The Franciscan Book of Saints, ed. di Marion Habig, OFM
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