(Field Place, 1792 – Golfo di La Spezia, 1822) poeta inglese. Studiò a Eton (1804-1810) e all’University College di Oxford, da dove fu espulso (1811) per la pubblicazione del libello The Necessity of Atheism. Quello stesso anno, a Londra, si innamorò di una sedicenne Harriet Westbrook, con la quale, dopo essere fuggito e sposato, visse nel Lake District, a York, in Irlanda e nel Galles, dove scrisse il suo primo grande poema, Queen Mab (1813).
Shelley
Di nuovo a Londra, conobbe William Godwin, del cui pensiero filosofico si dichiarò seguace, e si innamorò di sua figlia Mary, con la quale andò in continente nel 1814 e si sposò nel 1816, anno in cui pubblicò Alastor or the Spirit of Solitude e in cui, durante un soggiorno in Svizzera, incontrò Lord Byron.
Al suo ritorno a Londra, apprese del suicidio di Harriet e perse la custodia dei due figli avuti dal suo primo matrimonio. Soffrendo di tisi, lascia il suo paese e nel 1818 si stabilisce in Italia in compagnia di Maria. Visse a Milano, Lucca, Venezia, Napoli e Firenze e scrisse negli ultimi quattro anni della sua vita i suoi capolavori: il dramma lirico Prometeo liberato (1819), la tragedia I Cenci (1819), diversi poemi lirici (Ode al vento dell’ovest, Ode all’allodola, La Mimosa e Ode a Napoli), l’elegia Adonais (1821), ispirata dalla morte di John Keats, e il trattato La difesa della poesia (1821).
Shelley è uno dei principali poeti della seconda generazione di romantici inglesi. La sua opera è intrisa di idealismo e di fede entusiasta nel futuro dell’umanità, ma anche di malinconia per le disgrazie dell’esistenza; in essa gioca un ruolo importante la natura, concepita come legame tra l’uomo e i valori assoluti.
Come citare questo articolo:
Ruiza, M., Fernández, T. e Tamaro, E. (2004). . In Biografie e vite. L’enciclopedia biografica online. Barcellona (Spagna). Recuperato da .