L’alfabeto inglese non è sempre andato dalla A alla Z. Se aveste imparato l’ABC nel 19° secolo è molto probabile che il vostro alfabeto avrebbe avuto un 27° membro: &.
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Il simbolo, secondo l’affascinante e autorevole Shady Characters di Keith Houston: The Secret Life of Punctuation, Symbols & Other Typographical Marks, appare nella documentazione storica per la prima volta in alcuni graffiti anonimi nella più famosa delle città antiche in rovina: Pompei. La data esatta della sua apparizione è sconosciuta, ma l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che seppellì la città nella cenere vulcanica, come nota Houston, “impone un limite superiore piuttosto duro sulla possibile gamma di date.”
Quella prima ampersand era una legatura, cioè un carattere costituito da due o più lettere unite insieme. Il suo creatore stava unendo le lettere e e t, della parola latina et, che significa “e.”
Il primo esempio conosciuto della parola ampersand in inglese è della fine del XVIII secolo, ma l’origine della parola si trova in una tradizione linguistica che risale a diversi secoli prima. A partire dal tardo Medioevo, singole lettere che funzionavano anche come parole – si pensi a I e A – venivano indicate come lettere con l’aiuto della frase in sé, per chiarire che era la lettera a cui ci si riferiva, e non la parola. La lettera I, per esempio, sarebbe stata indicata con la frase I per se, I, che significa in latino “I di per sé (è la parola) I”. Quando ci si riferiva alla 27a quasi-lettera & si chiamava & per se, e, che significa “& di per sé (è la parola) e”. Che si leggeva come “e per se e.”
“E per se, e” alla fine si è evoluto in ampersand, la parola che conosciamo e amiamo oggi. & il resto è storia.