Gli insegnanti polacchi (83%) intervistati da Galbarczyk e Lejzerowicz hanno dichiarato di applicare l’individualizzazione nel processo di insegnamento e hanno affermato (68%) che l’individualizzazione influisce sull’aumento delle opportunità di sviluppo (grafico 2) e, come metodo, sembra necessario quando si lavora con bambini con disabilità.
Grafico 2:Impatto dell’individualizzazione nel garantire le massime opportunità di sviluppo nelle opinioni degli insegnanti.
Conclusione
I cambiamenti nell’approccio degli insegnanti all’educazione dei bambini con disabilità sono indispensabili e stanno già diventando un dato di fatto. Dovrebbero anche imparare a collaborare sia con lo studente che con il genitore, poiché la triade studente-genitore-insegnante è della massima importanza. Inoltre, sembra cruciale ottenere e diffondere informazioni sulle buone pratiche di inclusione. Sarebbe anche importante introdurre un consulente educativo, simile al care manager introdotto per sostenere i pazienti con malattie cardiovascolari, diabete, insufficienza cardiaca. L’idea di incorporare i care manager nel sistema sanitario sviluppato nel progetto Leonard sembra essere interessante per l’educazione dei bambini con difetti di nascita. L’autore vorrebbe sottolineare l’importanza di avviare nuovi consulenti educativi professionali, che potrebbero consentire al piano educativo di essere individualizzato e di affrontare le esigenze specifiche dell’alunno. Un approccio individuale e soggettivo in classe sarà possibile dopo aver rifiutato il sistema d’insegnamento tradizionale e aver rinunciato al metodo frontale. Solo allora l’insegnante avrà l’opportunità di introdurre un’istruzione orientata al bambino e una gestione abile e ben pianificata del processo educativo dell’alunno. È necessario basare l’educazione sulla diversità del fenomeno della disabilità, responsabilizzando tutte le parti di questo processo: studente, genitore e insegnante.
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