Le malattie autoimmuni della tiroide sono i più comuni disturbi autoimmuni organo-specifici che colpiscono dal 5% al 10% della popolazione nei paesi occidentali. La presentazione clinica varia dall’ipertiroidismo nella malattia di Graves all’ipotiroidismo nella tiroidite di Hashimoto. Mentre l’eziologia esatta dell’autoimmunità tiroidea non è nota, l’interazione tra suscettibilità genetica e fattori ambientali sembra essere di fondamentale importanza per avviare il processo di autoimmunità tiroidea. I geni di suscettibilità delle malattie autoimmuni della tiroide identificati includono geni immunomodulanti, come il complesso maggiore di istocompatibilità, e geni specifici della tiroide, tra cui il recettore TSH, la tireoglobulina e la perossidasi tiroidea. La maggior parte degli anticorpi anti-recettore TSH hanno una capacità stimolante e sono responsabili dell’ipertiroidismo. Gli anticorpi anti-tireoglobulina e anti-perossidasi tiroidea appartenenti al tipo catalitico di anticorpi distruggono i tireociti con conseguente ipotiroidismo. La comparsa di anticorpi anti-tiroide perossidasi precede l’induzione della tiroidite e la manifestazione dell’ipotiroidismo. L’analisi molecolare del polimorfismo del gene della tireoglobulina è importante nel meccanismo della tiroidite autoimmune. La presentazione dell’autoantigene da parte delle molecole del complesso maggiore di istocompatibilità è un punto chiave del meccanismo autoimmune. È stato dimostrato che una variante HLA-DR contenente arginina in posizione 74 della catena DRβ1 conferisce una forte suscettibilità genetica alle malattie autoimmuni della tiroide, la malattia di Graves e la tiroidite di Hashimoto, mentre la glutamina in posizione DRβ1-74 è protettiva. Il peptide della tireoglobulina umana 2098 rappresenta un forte e specifico legante DRβ1-Arg74, mentre un peptide di controllo non vincolante, la tireoglobulina 2766 non riesce a indurre questa risposta. Inoltre, la tireoglobulina 2098 ha stimolato le cellule T di individui che erano positivi per gli anticorpi alla tireoglobulina, dimostrando che la tireoglobulina 2098 è un peptide immunogenico capace di essere presentato in vivo e di attivare le cellule T nelle malattie autoimmuni della tiroide. L’insieme di questi risultati suggerisce che la tireoglobulina 2098, un legante forte e specifico per l’HLA-DRβ1-Arg74 associato alla malattia, è un importante epitopo delle cellule T umane e partecipa al patomeccanismo della malattia autoimmune della tiroide. L’esatta natura del ruolo dei fattori ambientali nella malattia autoimmune della tiroide non è ancora ben conosciuta, ma è stata riportata l’importanza di diversi fattori come lo iodio, i farmaci e le infezioni. Un’ulteriore conoscenza dei precisi meccanismi di interazione tra fattori ambientali e geni nell’indurre l’autoimmunità tiroidea potrebbe portare allo sviluppo di nuove strategie di diagnosi, prevenzione e trattamento.