I carcinomi amniotici (AMP) comprendono un gruppo eterogeneo di tumori senza un’adeguata sottocategorizzazione. Nel presente studio, 249 carcinomi AMP primari rigorosamente definiti (AC) identificati in 1469 campioni di pancreatoduodenectomia maligna sono stati analizzati per definire le caratteristiche. I risultati lordi e microscopici sono stati utilizzati per determinare l’epicentro del tumore e l’estensione della componente preinvasiva. Gli AC sono stati classificati in 4 sottotipi distinti basati sulla localizzazione: (1) Intra-AMP (25%): Carcinomi invasivi derivanti da neoplasie papillari-tubulari intra-ampollari con un coinvolgimento da zero a minimo della superficie duodenale (<25% del tumore). Questi tumori si trovavano più comunemente negli uomini, avevano una dimensione complessiva relativamente grande (media, 2,9 cm) ma avevano una componente invasiva più piccola (media, 1,5 cm), ed erano prevalentemente di uno stadio TNM inferiore (85%, T1/2; e 72% N0). Avevano la prognosi migliore tra i 4 gruppi (sopravvivenza a 3 anni, 73%). (2) AMP-ductal (15%): Si trattava di tumori che formavano un ispessimento costrittivo, sclerotico e a placche delle pareti del dotto biliare comune e/o del dotto pancreatico con conseguente elevazione della papilla nel lume duodenale, ricoperta di mucosa e simile a un bottone. Non c’era una crescita esofitica significativa (preinvasiva). Questi erano i tumori più piccoli (dimensione media complessiva, 1,9 cm; dimensione media di invasione 1,7 cm), ma portavano la prognosi peggiore (sopravvivenza a 3 anni, 41%), presumibilmente a causa dell’istologia/origine pancreatobiliare (nell’86%); tuttavia, anche questo gruppo aveva una prognosi significativamente migliore rispetto a 113 adenocarcinomi duttali pancreatici ordinari (3 anni, 11%; P<0,0001). (3) Peri-AMP-duodenale (5%): Tumori esofitici massicci, ulcero-funghi che crescono nel lume duodenale ed eccentricamente che inglobano l’orifizio ampollare con solo un minimo coinvolgimento luminale intra-ampollare. Questi erano per lo più di fenotipo intestinale (75%) e alcuni avevano caratteristiche mucinose. Anche se questi tumori erano i più grandi (dimensione media complessiva 4,7 cm; e dimensione media di invasione 3,4 cm), e avevano la più alta incidenza di metastasi linfonodali (50%), avevano una prognosi intermedia (sopravvivenza a 3 anni, 69%) a quella vista tra un gruppo di 55 controlli di carcinoma duodenale non ampollare. (4) AC-non altrimenti specificato (“papilla di Vater”; 55%): Tumori ulcero-nodulari localizzati alla papilla di Vater, che non mostrano le caratteristiche specifiche identificate tra gli altri 3 sottotipi. In conclusione, gli AC comprendono 4 sottotipi clinicopatologici che sono prognosticamente distinti.